La squallida campagna pro procreazione e l’ignoranza ministeriale (e sociale)
Eccola qui la pessima campagna pro procreazione del Ministero, in quattro vignette un condensato di incompetenza e ignoranza.
Immediate e giuste le risposte di tanti sia sulle le condizioni sociali e economiche che influiscono sulla decisione di mettere al mondo un figlio sia sulla donna spesso in difficoltà, come non di rado anche l’uomo, senza casa e senza lavoro.
Al riguardo pero’ pochi, molto pochi, si sono soffermati invece sul come sia possibile poter trattare di tali argomenti da un punto di vista totalmente femminile quando per la procreazione e la fertilità sono necessariamente donne e uomini insieme a dover essere chiamati in causa.
Le donne non sono né macchine da inseminare né hanno, o meglio dovrebbero avere, l’esclusiva in materia di prole, come traspare invece dalla pessima campagna ministeriale.
E’ il bambino a dover essere messo al centro, con entrambi i genitori parimenti chiamati in causa, responsabili e necessari alla sua nascita, non la singola donna “procreatrice”.
A entrambi loro bisogna rivolgersi quando si parla di procreazione perché la donna non decide da sola su come, quando e perché mettere al mondo una creatura, sempre che sussista per lo Stato la necessità di rapportarsi con loro in questi termini su questa materia.
Parlare di procreazione sotto un punto di vista totalmente femminile, oltre che squallido per le donne per come è stato posto, è fortemente offensivo nei riguardi degli uomini.
Non è la donna a doversi dare una mossa ma è la coppia, i futuri genitori, sempre che lo ritengano, a doversela dare (vedi foto n.1).
Non è la donna a mandare gli spermatozoi in fumo perché non è lei che decide che farne del seme maschile, gli uomini non sono propriamente dei produttori di spermatozoi da donare al genere femminile (vedi foto n.2).
I maschi non sono delle banane sparasemi che si ammosciano con il tempo e quindi da cogliere al volo finché non maturano (vedi foto n.4).
L’aspetto fondamentale da mettere in evidenza sulla procreazione, quindi, si colloca a monte delle eventuali discussioni sulle donne, perché parla in primis di figli nascituri e quindi interpella necessariamente sia l’uomo che la donna.
Il Ministero rappresenta lo Stato ma ci ricorda anche il sentore della società in cui viviamo e le vignette non fanno altro che confermare, purtroppo, la visione sociale atavica e distorta che sussiste ancora in Italia sulla procreazione e sulla genitorialità in genere e che si riflette molto spesso negativamente sui minori stessi.
Voglio altresì mettere in evidenza l’ottimo intervento del Sindaco Coletta che, sul giornale di oggi, ha chiaramente dichiarato di sentirsi offeso come uomo, andando a toccare un punto importante non alla portata di tutti. Ciò non influisce direttamente sulla attività amministrativa ma per quanto mi riguarda fa intravedere qualità e capacità di osservazione e analisi di una persona, dote non trascurabile per un primo cittadino.
Infine, la parità tra uomo e donna parte anche da qui, da un aspetto primario della vita di una persona a prescindere dal genere sessuale, che è lo scegliere, il diventare e l’essere genitori.